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Archive for 24 marzo 2010

Film: “Match Point” di Woody Allen.

Personaggio: Chris Wilton, ex-tennista-professionista e discepolo del caso.

Interprete: Jonathan Rhys Meyers.

Scena: dialogo finale con le apparizioni di Nola e della vicina.

Leggi prima “Chris – Atto I“.

Una fortuna eccezionale.

Se non che – come una venere – emerge dalle acque una civetta ben più perniciosa: Nola, la fidanzata di Tom. «Tu farai parecchia strada» gli dice «se non rovini tutto provandoci con me». Forse è vero che dall’appagamento di un desiderio scaturisce un nuovo desiderio, ma la ragione di fondo è che quella “parecchia strada” non è lastricata dai meriti o dal talento di Chris, quanto da una fortuna iperbolica che non gli lascia voce in capitolo. Per questo è portato a intraprendere – non appena Tom lascia Nola – una relazione folle e improbabile alle spalle di quel nuovo stile di vita che aveva per così dire ereditato dal destino.

Più avanti, come era prevedibile, il vortice di passione – nel suo continuo auto-dissetarsi – finisce per porre Chris nel dilemma moglie-amante. «Direi che tu non vuoi abbastanza l’altra donna per rinunciare a quello che hai “conquistato”» argomenta quel suo vecchio amico-rivale che sembra tanto la sua coscienza. Non ha più dubbi: il piano all’ordine del giorno è eliminare ciò che è diventato un ostacolo alla sua vita dorata con un mix di ingegno e fucile a canne mozze.

Le sue azioni sono maldestre e piene di buchi, come quelle di qualcuno che implori di essere scoperto e lui stesso pensa “sarebbe appropriato se io venissi preso e punito, almeno ci sarebbe un qualche piccolo segno di giustizia, una qualche piccola quantità di speranza in un possibile significato”, ma niente: i buchi sono immancabilmente colmati dalla fortuna con un pathos drammatico che scolpisce in Chris il ruolo irreversibile di soccombente al potere del caso. Il delitto ha reclamato due innocenti – tra cui il futuro figlio di Chris – e malgrado ciò il puzzle non fa altro che ricomporsi intorno a loro come una ferita che si rimargina.

Le vittime non sono altro che danni collaterali di un disegno più grande, destinato a restare inintellegibile. Non può fare altro che imparare a nascondere lo sporco sotto il tappeto e andare avanti per non essere ulteriormente travolto: il castigo è nell’impossibilità di espiare la colpa.

Incredibile quanto può cambiare la vita se la palla va oltre la rete o ti torna indietro, se un anello non supera la balaustra che da sul tamigi per diventare prova della sua discolpa. È incredibile come ogni senso morale e ogni giustizia più o meno divina si perda a favore del cinismo e del disprezzo. Quale giudizio resta all’uomo per potersi dichiarare vincente o vinto? Nessuno. Se veramente la vita esiste per puro caso, per quanto la gente abbia paura di ammetterlo, non resta che disperarsi o avere fede, credere nella via prospettata, nella soluzione più facile.

Non c’è giusto e sbagliato e le meta-campo sono intercambiabili. Sofocle ha detto che non venire mai alla luce può essere il dono più grande. Chloe ha partorito.

«Questo bambino sarà eccezionale in ogni cosa che vorrà fare» esclama il padre di Chloe, Tom risponde «sai papà, non importa che sia eccezionale, spero solo che sia fortunato». Probabilmente lo sarà. A terence, e che navighi col vento in poppa!

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